leggerlo non serve a niente

Comprato con grande entusiasmo, ammetto di essermi addormentata inesorabilmente leggendolo. Sto parlando dell’ultimo di Walter Siti, quello del premio Strega, “Resistere non serve a niente”. Roba che quando finisci di leggerlo ti chiedi come sia possibile premiarlo e peggio, come sia possibile che la letteratura italiana sia caduta così in basso, tanto da farmi pensare che al confronto un Faletti scrive da dio. L’inizio prometteva, parlo delle prime dieci pagine in cui il libro si presenta sotto forma di saggio breve sulla monetarizzazione dell’immagine e della propria identità, ma si rivela subito dopo come una mazzata dietro il collo, non appena ti accompagna dentro la storia, bolsa quanto il personaggio che la rappresenta. Il linguaggio è sciattissimo, i dialoghi a voler essere buoni, tremendi. Ogni tanto qui e lì, fa capolino qualche ricercatezza linguistica accompagnata a qualche tecnicismo, che stona con il resto che  appunto risulta piatto fino all’inverosimile.
Insomma un libro brutto brutto: meglio di altri, peggio di altri – ancora diranno in molti -, tutto sommato semplicemente un libro nella media.
Alla pesantezza del testo e del linguaggio “repellente” come la materia dei dialoghi cui si accompagna, fa da sfondo una trama noiosissima incentrata sul solito mondo vuoto di donnine e denaro, che non sopporto più di leggere anche quando l’obiettivo, condotto con spirito critico, fosse proprio quello – più o meno riuscito – di additarne le falle e la miseria interiore.
In conclusione, se questo libro è letteratura tanto vale sfogliare dal parrucchiere pagine e pagine di giornaletti gossip alla sua stregua, con il minimo sforzo cerebrale e la compiacenza di qualche ridicola foto con i corpi in decadenza stiracchiata dal chirurgo di grido.
Ah! un’ultima cosa: gli asterisci per camuffare presunti nomi “eccellenti” (dico, un par di palle: o li fai o meglio che ti dia alla più dignitosa presunzione d’invenzione!) sono insopportabili almeno quanto la definizione di “croccante” riferita alle mozzarelle.
Con questo caldo non riesco ad essere magnanima: evitatelo.

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