Vorrei appendere tutti i miei volti a scolare l’acido che la delusione ha inciso nel mio sguardo. Guardami col distacco della leggerezza prendere forma nell’immagine di me stesso, con tutte le sbavature di una nuova consapevolezza. Essere l’osservazione fredda del dolore che concepisce se stesso nell’arte della separazione, l’abbandono prepotente di me a ogni cosa: un incanto.
Ci saranno letti di viole, mille quadrifogli a segnare la fortuna che non ho posseduto, parole bambine e stecchi di zucchero filato.
Il paradiso a mezzo fiato, il purgatorio purgato.
Sognando, stavo solo sognando, Gloomy Sunday.