La terra dei cachi

«O la politica è capace di trovare soluzioni capaci di ripristinare un normale equilibrio fra i poteri dello Stato, e nello stesso tempo rendere possibile l’agibilità politica del leader del maggior partito italiano, oppure l’Italia rischia davvero una forma di guerra civile dagli esiti imprevedibili per tutti»
Sandro Bondi

Titolo questa breve nota “la terra dei cachi” perché non trovo definizione migliore per una nazione che consente cose così esilaranti da superare il grottesco fino a cadere non solo nel pessimo gusto, ma peggio nel reato però “concesso”, permesso e legittimato da una presunzione di libertà che come la giustizia pare non essere uguale per tutti.
Entro nel merito e mi spiego.
Solo pochi giorni fa sono state eseguite perquisizioni a tappeto tra i membri dei NO TAV, perché considerati, tutti, più o meno indistintamente “pericolosi e eversivi”; la logica delle perquisizioni a tappeto non mi piace e non mi piacque la decisione di tacciare di pericolosità ed eversione indistintamente un movimento che ha delle rivendicazioni fondamentali e vitali [che riguardano il destino di un’intera vallata con la sua comunità di persone (PERSONE, ESSERI UMANI)] da porre sul campo, senza essere – peraltro – ascoltato; pur tuttavia in nome della giustizia e della legge e della stabilità dello Stato, si è deciso di perquisire e tenere sotto stretto controllo ogni atto di possibile o presunta eversione del movimento su citato.
Ed è un fatto di cui si prende atto.
Quanto non torna in merito all’eversione e alla pericolosità sta dunque nella diversa posizione e nel diverso atteggiamento di “rimprovero” ma di tolleranza estrema nei confronti di Membri delle Istituzioni che, dinanzi a una sentenza in terzo grado della Cassazione, che riguarda un leader di partito, un imprenditore, un ex Presidente del Consiglio di questa stessa nazione, si possono permettere di definire il condannato in questione come “perseguitato dalla giustizia” e meritorio di “Grazia”, minacciando e paventando peraltro in caso contrario alla concessione della grazia, la possibilità di una guerra civile.
Non è eversione? Non c’è pericolosità e danno in queste parole?
No, ma c’è di più: oltre alla gravità di queste affermazioni c’è la comicità della provenienza delle stesse, che non finisce mai di stupire e di superare se stessa.
Già, perché le parole riportate in apertura di questa breve nota, sono state proferite da quel Sandro Bondi che ha guardato impassibile sgretolarsi secoli di storia tra gli scavi di Pompei, ed è lo stesso Sandro Bondi poeta dal cuore tenero che si commuove scrivendo l’ode a Donna Rosa, nonché lo stesso Bondi che non brandirebbe mai un’arma per difendere nessuno, men che meno se stesso, dacché se solo gli facessero “bù” all’orecchio, tremerebbe come un budino di crema pasticcera. Dunque c’è da chiedere al sig. Bondi: “ma lei chi manderebbe a far la guerra pel su padrone?”, quale figlio di mamma dovrebbe difendere un evasore in nome della vostra libertà di stravolgere le Istituzioni a uso e consumo dei malfattori?
E’ mai possibile che l’Italia si sia ridotta a questo? E’ mai possibile che questo popolo possa insorgere per difendere un delinquente evasore, conclamato tale non da me, ma dalla Cassazione? E come è ancora possibile che questo stesso popolo sia stato così ottenebrato da sopportare, ma peggio SUPPORTARE per vent’anni, 20 lunghi e passa anni, lo sfacelo delle sue Istituzioni, della sua cultura, della sua stessa educazione al bello, all’ironia, al rifiuto del grottesco, e ancora peggio alla sua storia?
Sì, è possibile.

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