[ogni addio necessita un taglio netto un’incisione acuta la traduzione di uno stato d’ansia che s’arrota le lame in silenzio]
Prepararsi alla fine è un atto di misericordia terrena.
I.
Pensiamo alla malattia come fosse qualcosa di estraneo ed esterno a noi: una minaccia, una iattura o, comunque, come qualcosa che mai dovrebbe intaccare l’ordine perfetto dell’abitudine del nostro vivere; ma la malattia non è altro che il vivere stesso, parentesi o direzione finale del viaggio, essa è anche occasione di luce e ridimensionamento delle cose nell’abisso della consapevolezza del nostro termine. C’è tanta beatitudine da scoprire nell’interazione delle cose e degli eventi con la parte più umana e fragile del nostro corpo e delle sue limitate funzioni animali. Scoprire la felicità irriducibile della sopravvivenza riporta a uno stadio di libertà ferale che, nell’immanente, riconosce lampi di numinosa trascendenza. La sofferenza è un’esperienza da accogliere come occasione di umana salvezza.Continua a leggere…