#4 Europa

Nell’aria si respirava il canto di una guerra antica, Europa era una fanciulla vecchia con occhi avidi come la fame e una bocca stretta sul silenzio dei suoi peccaminosi errori. Se ne stava seduta all’attracco numero zero del porto di una Cipro in rovina, presidiata agli angoli delle strade. I gomiti poggiati sulle ginocchia reggevano avambracci e mani, su cui dondolava un viso mesto che osservava l’abisso dei colori del suo mare. Le si avvicinò un uomo sulla sessantina, aveva un’anca offesa, secca e corta e un bastone per equilibrare l’andatura claudicante; era vestito bene: doppiopetto scuro, camicia celeste, cravatta scura come il pantalone appaiato alla giacca. Lasciava una scia di profumo forte, che in un primo momento si inspirava con il piacere di qualcosa di buono, da contrapporre al pessimo gusto che la lingua percepiva nell’aria di terrore e protesta che avvolgeva la  città intera, Continua a leggere…

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