L’elogio dell’incompiuto” 4.

 

Un’inconsueta lentezza nel latte al mattino
accompagna la pesantezza del pane duro a colazione.
Un senso di incompiutezza ricopre l’aria,
le signorine ortensie e la vecchia palma
colma di datteri sempre in offerta.
Si dice che l’amore si semini per sradicare le ortiche,
io vorrei rovi di parole per sciogliermi le labbra
e tentare una risposta all’ombra dietro la credenza
che minaccia la parete scoscesa nell’incavo della coscienza
sì che fosse normale che d’agosto s’intreccino le vie d’aprile:
“oggi è il ventotto” – nel trasalire al computo delle cose del reale –
_____________________  “ricordo bene il fiorire dei vetri

_____________________   colorati sui viali dello stupore
_____________________   privo della nostra consistenza”.

 


 

il 28 è un numero ricorrente nella mia kaballah, l’intero computo numerico temo possa solo restare parte del mistero di quanto rimane oltre il compiuto e l’incompiuto.

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Zoccolino

*per la mancanza di un tè e una fetta di torta
il vecchio morì*

Us and them – Pink Floyd

Morì a novantotto anni, dignitosamente, senza troppo rumore. Una morte solitaria, di quelle morti che generano un piccolo parlare tra le scale di un portone e l’angolo del bar del quartiere, senza superare la soglia del negozio del fioraio, dirimpetto ai gradini freddi del Sagrato di Via della Mercede, cinta dai palazzetti bassi dell’oratorio e del collegio dei salesiani. A chi poteva mancare un vecchio pazzo che raccattava cianfrusaglie in un appartamento umido e poco arredato all’ultimo piano sottoterrazza di un palazzotto di Via Argentieri?Continua a leggere…

the lake

Il lago aveva una nitidezza particolare. Sarà che dopo la pioggia tutto assume una trasparenza consistente, quasi palpabile nel decifrare specularmente la natura morfologica del suo riflettere, ma la sensazione che dal lago oggi si diramava tra le cose, gli oggetti, i visi, le botteghe dei pescatori, il negozio del pane, era che ogni cosa fosse lì per assolvere una solenne restituzione:
smussare angolature e perimetri per coglierne l’esatta distorsione tra ciò che appare e quanto potrebbe realmente, o idealmente, essere.
Oggi il lago era la mimesi di ogni plausibile realtà nella liturgia del suo silenzio.