La necessità è un volo basso
un passo laterale appena rasente
la superficie malata delle cose
come sono, loro,
e io.
Non si può fissare il sangue tra i secondi e le arterie
come fosse inchiostro per garantirci a firma
bene e male.
Forse sarebbe più saggio un piccolo gesto di morte
trafiggere un quadro
fin dentro la parete che ci contiene
ma tu lo sai,
io mi soffermo sugli interni, sulle cose che accumulano polvere.
Fuori è tutto ciò che non mi appartiene e respira.
Gli oggetti invece mi somigliano, sono senza chiedere di essere,
io non devo loro nulla, loro mi contengono per ignavia e fattura.
Sparire è come fissare l’attimo preciso di un istante che muore, una
pellicola sbiadita destinata a impallidire, un pensiero che svanisce
l’immagine confusa di un seno tra le dita e una mano che ne scrive
la morbidezza senza tatto.
Labbra piccole su piccole labbra
come essere per te ieri
il lutto di domani