Carteggi Letterari - critica e dintorni
MILANO
(I)
Una distanza diventava
la faccia di mia madre, evasione
in puntini e colori, rimanendo
dentro le vetrine,
scalciando nel porcilaio. Indossando
la cicatrice cardiaca
fredda come l’azzurro
dei pini contro il cielo
che mutando
s’imbatte in schiene
bruciate.
(II)
Milano, il tuo cielo sottoterra
crollato in Plastic, in Miuccia Prada
con dita sbriciolate, occhi
scannati
nella fenditura dei gettoni, come neonati
gettati nella luce.
(III)
Milano a chi confesso il nome
reciso alla radice, ceduto
nell’inesauribile kilometro
nell’occidente delle sere
scritto sul muro
della deglutizione.
(IV)
Catarsi di una pagina, pupilla
sottratta alle galassie
e sussurrata nei vetri, nelle
panetterie di una inargentata
sera, madre sui tetti
di Milano
sei tu.
(VI)
Diluvio
dei piedi nella congestione
di generazione in generazione.
Pietre e galassie.
*
LASER
(II)
L’ abisso
calmo, fermo
ci ha chiamati a sé, radunati
uno per uno, ci ha insegnato
il respiro femminile e duro
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