
[…] Il terzo tentativo di Vitagliano si riconnette esattamente a quello che lo ha preceduto ma il tono il passo e l’impegno di scrittura sembrano assai diversi.
Subentra la critica di costume e l’impegno civile si rivela qualcosa con cui bisogna in ogni modo riuscire a fare i conti. Molti dei testi contenuti nella raccolta, infatti, trattano temi di frontiera e sono frutto dell’osservazione di cambiamenti spesso profondi nella cultura italiana (soprattutto di quella meridionale).
[…] Non si tratta comunque di una conversione di Vitagliano alla poesia civile di taglio neorealista quanto della riconversione di certi temi già presenti nei suoi libri precedenti in un’ottica di oggettività descrittiva (il che certamente non esclude la presenza e l’impatto forte con la soggettività). I luoghi e le situazioni rappresentano pur sempre un “paesaggio dell’anima”.
Non si tratta, infatti, di una protesta contro un mondo pietrificato nella sua presenza di sempre…
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