Mese: marzo 2014
Forme dell’ibridazione: Favola (Poemetto allegorico di Gianluca D’Andrea – Inedito)
La fabula e l’allegoria: Gianluca D’Andrea
Giorgio Meledandri su Tersa morte di Mario Benedetti
Carteggi Letterari - critica e dintorni

Riceviamo e pubblichiamo, su segnalazione di Mario Benedetti, l’approfondito studio testuale di Giorgio Meledandri su Tersa morte, libro che abbiamo già avuto modo di analizzare qui e qui.
Le parole hanno fatto il loro corso. Appunti su lingua e stile di Tersa morte di Giorgio Meledandri
In Tersa morte (Mondadori, 2013), il suo più recente libro di poesie, Mario Benedetti dà voce all’esperienza del lutto: si trova dunque a dover parlare proprio nel momento in cui «le parole hanno fatto il loro corso» (p. 14) e se ne avverte tutta la futilità. Nel linguaggio infatti, come in ogni altro elemento della realtà, viene a crearsi una frattura che segna il confine tra un prima e un dopo: è necessariamente questa la prospettiva, ribaltata e paralizzante, che appartiene alla vita di chi resta, di chi ha visto gli altri morire.
Cosa comporta tutto ciò sul piano formale? Le conseguenze di…
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IL FABBRO POETANTE: Maria Grazia Insinga
Wallace Stevens: Ibridazione e Verità
Nota di lettura e traduzione a cura di Gianluca D’Andrea
Carteggio VI: Estravaganze su un’auspicabile KOINÈ linguistica nazionale (da un poeta ad altri poeti)
Carteggio VI -di Gianluca D’Andrea
Il dire Celeste – Giuseppe Bonaviri
Carteggi Letterari - critica e dintorni
Nasce a Mineo, in provincia di Catania nel 1924 dove vive fino al conseguimento della Laurea in medicina a 24 anni d’età; una volta laureato si reca a Frosinone, dove vive esercitando la professione di medico condotto fino alla sua scomparsa, avvenuta esattamente cinque anni fa: il 21 marzo del 2009. Ancorato alla sacralità di un’appartenenza metafisica, più che fisica, all’isola che gli diede i natali e che, come egli stesso afferma, in sé serba le fascinazioni delle terre di conquista: arabe, bastarde e selvagge per destino e geografica connotazione naturale; Bonaviri fonde, attraverso la sua esperienza letteraria – come rilevato da Elio Vittorini, suo primo estimatore e scopritore – la sua arcana, ancestrale e onirica visione degli elementi naturali con lo studio d’essi scientificamente affrontato e sperimentato, dando luogo e vita così ad un guazzabuglio letterario di fantasie e infantili reminiscenze, capaci di coabitare, fondendovisi perfettamente…
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L’infinito, infinito, in finito, in fi ni to
La supponenza e la presunzione di tanta critica nell’affermare non solo cose e presunti fatti, ma persino attribuendo pensieri reconditi ed idee a grandi come Leopardi e Pascoli (per dirne due) mi lascia a dir poco basita, per lo più schifata.Continua a leggere…
Carteggio V: Peregrini d’assenza
Carteggi Letterari - critica e dintorni
La letteratura, non so se purtroppo o per nostra fortuna, è diventata in qualche modo la forma di tutta la nostra vita. Credo anche per te.
E so che anche per te la letteratura nascondeva sempre molte altre perturbanti e gravi cose dell’anima, che anche a te è piaciuto di guardare a’ poeti come a maestri. Il che è forse molto sbagliato, ma è pur vecchio e dolce difetto, e poi nostro (cosicché non sapremmo condannarlo).Da una lettera di Natalino Sapegno a Guglielmo Alberti, 2 febbraio 1927
George Salameh “Isolitudine” (2006) chaise suspendue
Che cos’è più importante? Qual è la ragione, la spinta del dire?
E dove si nasconde il sangue? In quali vene scorre? In quali si ferma, coagula, si fa siero e deforma?
Ci vuole un’etica del dire, è necessario tracciare un’etica del dolore.
La ramificazione delle vene come un tronco capillare di fronde dalle arterie dice…
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Angelo Maria Ripellino – testo e commento
Trai canoni: Allegoria e contemporaneo
Una riflessione di Gianluca D’Andrea
Carteggio III: Diego Conticello
di Diego Conticello
Carteggi Letterari - critica e dintorni
[…] La Sicilia è sempre stata una casa con il lutto alla porta, e chi lo ha capito è stato
costretto a fuggire, per non diventare lui stesso elemento di quel lutto […] e lo ha fatto
per una scelta di onestà, non si è rifugiato nell’Eden, ma dove, come uno straniero, può
pensare alla sua terra come un sogno e di quel sogno soffrire.
Melo Freni
Ho sempre ritenuto che gran parte della partita tra i vari stili, le correnti e gli infiniti movimenti e categorie che si sono succeduti lungo tutto il corso della storia letteraria italiana e non, fino al fatidico nodo novecentesco e oltre, siano da ricollegare ad un sostrato di fondo, ovvero la geografia, i luoghi fisici che la sottendono e la storia antropologica che vi sta dietro. Molti pensano, a mio avviso erroneamente, che il denominatore di fondo sotteso all’eccessivo frastagliamento stilemico e al…
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